Arti Marziali Giapponesi

Il Makiwara – strumento di comunicazione e introspezione

Il Makiwara 巻き藁 (dal giapponese 巻き”maku”, avvolto, e 藁 “wara”, paglia) è un attrezzo impiegato sin dall’antichità nell’istruzione delle arti marziali. È composto da una tavola di legno posta all’altezza del torace e saldamente infisso nel terreno oppure al muro, anticamente avvolto da una corda e  attualmente modernizzato con una copertura meno dura, spesso in gommapiuma.  Rappresenta la superficie da colpire con pugni e calci, generalmente con serie da 100 tecniche per ogni arto, allenando il corpo al combattimento e sviluppando anche potenza e velocità nelle tecniche di attacco.

Il valore fondamentale del Makiwara è insegnare all’allievo ad attaccare con forza ma ritraendo rapidamente l’arto, prima che la spinta di ritorno del sostegno possa danneggiarlo in qualche modo. Ciò significa che occorre applicare correttamente la tecnica imparando ad ascoltare il proprio modo di respirare, i movimenti del corpo ed il Makiwara, non soltanto al primo colpo inferto alla tavoletta ma anche al centesimo, momento in cui il  corpo è sottoposto ad uno stress elevato.

Il Makiwara, reagisce in base alla sollecitazione ricevuta, ci ascolta e si adatta al nostro comportamento restituendoci quello che meritiamo. Se ascoltiamo colpo dopo colpo la sua musica miscelandola alle note del nostro corpo, potremmo ipotizzare il probabile risultato del prossimo colpo. Conoscendo la giusta tecnica possiamo raddrizzare la situazione direttamente da soli, portando noi ed il Makiwara verso il risultato migliore con l’incremento delle proprie capacità, diversamente non si migliora e si romperebbe la mano o il Makiwara, rendendo la relazione dannosa per ambedue.

In sintesi durante qualsiasi allenamento indipendentemente se l’avversario è il nostro corpo, il makiwara oppure un nemico vero e proprio, impariamo ad ascoltare il nostro corpo e quello dell’avversario che fronteggiamo, solo così avremo possibilità di migliorare come atleti e come persone.

Buon allenamento.