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Il vero aiuto degli allievi ? la leadership di chi insegna

Il Maestro deve essere il leader del gruppo

Nel Dojo, per gli allievi, è necessario avere un punto di riferimento, quella persona (si spera) integerrima o quantomeno disinteressata da interessi personali, che supporta il gruppo e il singolo nel raggiungere  gli obiettivi prefissati.

L’aiuto per gli allievi tutti è solitamente il Maestro oppure un istruttore o un allenatore, in pratica un Leader che guida il gruppo nel modo più idoneo e funzionale al gruppo stesso, cercando di soddisfare anche le esigenze del singolo. In sostanza il Maestro (Leader) come insegna Daniel Goleman, autore e psicologo, è dotato di una grande “Intelligenza emotiva” (che poi è il titolo di uno dei  suoi libri).

In particolare il Leader deve avere  :

“…la capacità di influenzare la gente, e aiutarla a lavorare meglio per raggiungere uno scopo finale in comune.”

 E ancora :

“…..Essere leader significa suscitare entusiasmo e sentimenti positivi nelle persone che ci circondano……”

Gli stili di Leadership sono diversi e generalmente si modulano sulla base del gruppo, abbiamo quindi il leader  :

  • Visionario – condivide e propone un modello e una scala di valori che stimolano nelle persone il desiderio di farne parte. Genera  coinvolgimento e spinta a realizzare un ideale comune. Questo stile è particolarmente utile quando il gruppo, deve rispondere velocemente per attraversare un momento di cambiamento, come ad esempio si cambia Dojo oppure lo stile praticato non è più riconosciuto dal CONI :-).  L’obiettivo finale è quello di creare le condizioni per permettere alle persone di decidere in autonomia.
  • Coach – crea una connessione fra la Mission del gruppo e bisogni e valori del singolo. Questo stile di leadership, crea un Dojo di confronto favorevole ed è molto efficace nei casi in cui si vuole far eccellere il gruppo attraverso il miglioramento delle prestazioni e delle competenze individuali. Rinforza le prestazioni eccellenti, in termine di quantità e qualità, potrebbe essere valido se usato pre-gara o in un gruppo che necessita un miglioramento nei comportamenti e nelle relazioni.
  • Democratico – valorizza ogni allievo attraverso l’ascolto, la raccolta di opinioni ed il confronto, realizzando un Dojo altamente partecipativo. Permette al Leader di aumentare la visibilità degli errori ma anche dei miglioramenti e di ottenere ritorni (feedback) di opinioni sul lavoro svolto a ogni lezione. Il Maestro crea coinvolgimento e le decisioni (partecipare a stage, gare, eventi e così via) sono prese attraverso meccanismi partecipativi. Consente al leader di individuare le diverse dinamiche relazionali e le opinioni presenti nel gruppo inoltre aiuta ad ottenere consensi.
  • Sociale  favorisce l’armonia nel Dojo e le relazioni interpersonali. lo stile è particolarmente utile per saldare eventuali fratture presenti al suo interno, come ad esempio dopo un esito negativo di una gara di kata a squadre per colpa del singolo. Può essere utile per  creare motivazione in momenti di forte tensione o rafforzare i legami tra le persone, come ad esempio dopo uno sparring/kumite eccessivo tra due allievi.
  • Battistrada – è l’esempio “inarrivabile” per gli allievi, eccessivamente determinato e poco empatico. Sebbene spesso generi ansia o paura, può essere utile nella ricerca di prestazioni molto ambiziose del singolo o del gruppo. Sprona a migliorare costantemente il rendimento. Utile per un gruppo di persone particolarmente motivate, talentuose o competenti, tuttavia può compromettere gli allievi mediocri o che semplicemente non vogliono eccellere.
  • Autoritario – preferisce farsi rispettare piuttosto che farsi ammirare dal Dojo. Impone e non accetta repliche. Motiva in modo coercitivo e/o minaccioso. Il Maestro si pone in posizione prevalente, superiore rispetto ai membri del gruppo e impartisce ordini chiari con decisione, in virtù della gerarchia. Questo stile è funzionale in situazioni di emergenza o instabilità, quando l’univocità del comando permette di  placare e/o contenere situazioni di disagio. Ovviamente questa leadership non può protrarsi per lungo tempo, fatta eccezione per le caserme.

Un Maestro vero, quello con la M maiuscola, deve essere interprete nella leadership e di situazione in situazione applicare quasi tutti questi stili. Il gruppo è soggetto a cambiamenti e se non vogliamo perdere nessuna delle risorse preziose delle arti marziali, dobbiamo impegnarci di più sia come Allenatori che come uomini, studiando e mettendoci il cuore.

Un Maestro non è colui il quale impartisce ordini e tecniche ma ascolta col cuore, si impegna nella propria costante preparazione ed è paziente (davvero !!). Consiglia  gli allievi, si mette in gioco e in discussione per condurre il gruppo verso i miglioramenti e gli allievi lo seguono in modo spontaneo, euforico e sincero.

Wow, davvero difficile fare il Maestro 😉