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Ankō Itosu – il modernizzatore

Nella foto Sensei Anko Itosu (con gli occhiali) ed alcuni dei suoi studenti tra cui Kenwa Mabuni (in piedi) e Gichin Funakoshi (alla sinistra di Itosu).

Ankō Itosu (糸洲 安恒, Okinawan: Ichiji Ankō, Japanese: Itosu Ankō) Nasce nel 1830 a Shuri da una  famiglia di funzionari.  Itosu, timido e introverso da bambino inizia la sua educazione con i classici cinesi e la calligrafia. Fisicamente di costituzione robusta era piccolo di statura. Si ritiene abbia avuto un’infanzia difficile, spesso vittima di violenza e abusi da parte di suo padre. Si narra che il padre lo legasse e lo colpisse continuamente con un bastone al fine di far nascere in lui lo spirito del combattente. Questi avvenimenti si rifletteranno in seguito nell’insegnamento di Itosu, molti dei kata da lui creati o modificati, presumibilmente influenzati da tali abusi paterni, contengono tecniche progettate per disarmare un potenziale aggressore armato di bastone.

 

Itosu ha iniziato il suo studio sul TO-DE (karate) sotto Nagahama Chikudun Pechin primo maestro ad avergli insegnato l’arte cinese. Verosimilmente all’età di 16 anni, dopo la morte di Nagahama, Itosu cominciò (o ricominciò su questo vi sono opinioni divergenti sembra fosse già un soto dechi di Matsumura) ad allenarsi con il Maestro Sokon Matsumura (1809-1901) ed è soprattutto grazie a lui che è stata tramandata fino a noi la tradizione del Shuri-te.

 

Quando Itosu era giovane, si costruì una ottima reputazione vincendo molti combattimenti ed esistono numerose leggende che narrano le sue prodezze tramandate oralmente fino a noi.

 

Gichin Funakoshi

Uno dei suoi allievi, Gichin Funakoshi (il fondatore dello Shotokan) racconta della incredibile abilità del suo maestro di resistere e parare I colpi, della sua presa simile ad una morsa d’acciaio e della sua impressionante forza fisica. Itosu era un uomo prestante, forte e che condizionò il suo corpo in modo da infliggere e incassare i colpi più violenti. Incoraggiava I suoi studenti ad utilizzare regolarmente la tavola makiwara, una tavola che viene ripetutamente colpita in modo da rendere le mani più forti e rendere più forti i colpi. Parte dell’allenamento di Itosu era la pratica del makiwara.

 

Si narra di un ladro che tentò di entrare nella casa del maestro. Quando Itosu sentì alcuni rumori provenienti dal cancello della casa, si accorse che si trattava di un ladro che tentava di entrare. Itosu, narra la leggenda, lo colpì talmente forte da lanciarlo contro il cancello tanto da creare un buco.

 

Si racconta che nel tentativo di costruire un makiwara migliore una volta legò un sandalo di cuoio a un muro di pietra. Dopo diversi colpi, la pietra cadde dal muro. Dopo aver spostato il sandalo diverse volte, Itosu aveva distrutto il muro.

A titolo esemplificativo di seguito si riporta un breve brano tratto dal libro Guerrieri senza armi : Breve storia del karate di okinawa di Richard Kim :

 All’epoca nella città c’era una grande roccia chiamata Ude-kake-shi dove i praticanti di arti marziali potevano lanciarsi delle sfide e combattere per dimostrare la propria superiorità. Se qualcuno voleva ottenere fama non doveva fare altro che poggiare un braccio su di essa per indicare il suo desiderio di combattere. Appena la notizia del gesto si diffondeva, i forzuti locali accorrevano sul posto e le sfide cominciavano. Fino a quel momento il campione era Naha-no-Tomoyose, un uomo vigoroso e idolo imbattuto della città. Ma nel 1856, il caldo umido e afoso spinse Itosu a Naha-no-Naminuoe senza sospettare che qui avrebbe trovato il suo destino.

Itosu sedette contro un enorme masso e cominciò a sonnecchiare, finché la brezza gli portò il suono di alcune voci. “Shuri non può presentare un uomo in grado di battere Tomoyose di Naha” disse qualcuno. “Il loro karate è solo per mostra. A Naha addestriamo combattenti veri, non artisti da salotto”.

“Hai ragione”, convenne un altro “Se non fosse per bushi Matsumura, lo Shuri-te non avrebbe nulla!”.

Itosu decise di intervenire, perché quelle parole ferivano il suo amor proprio. Alzatosi, si rivolse al gruppo esclamando: “Credo di poter dimostrare a voi gentiluomini che vi sbagliate riguardo allo Shuri-te e al vostro amato Tomoyose. Se solo mi dite in che modo posso sfidarlo, sarò felice di farvi vedere come se la cava in combattimento il karate ‘da salotto’”.

Contenendo a stento l’esultanza e l’eccitazione, essi lo accontentarono.

Il giorno seguente, Itosu si recò a Naha e si avvicinò alla roccia. La gente stava cominciando a disperdervi perché Tomoyose aveva sconfitto tutti gli sfidanti. Deciso a non perdere nessuno degli spettatori, egli allungò la mano e mise la mano sulla pietra con aria provocatoria. Non occorreva fare altro per far tornare indietro la folla, e un attimo dopo un individuo gigantesco si fece avanti per affrontarlo.

Questi attaccò immediatamente ma prima che il suo pugno raggiungesse il bersaglio, Itosu lo aveva già colpito tre volte alla testa. Le ginocchia dell’uomo cedettero, ed egli crollò a terra privo di sensi. Subito due furibondi amici dello sconfitto entrarono in lizza armati di bastoni, imprecando contro Itosu e la sua città. Dopo essersi distanziati, a un segnale lo assalirono contemporaneamente. Senza aspettare che convergessero contro di lui, Itosu si lanciò verso l’avversario sulla destra parando con entrambe le mani il colpo diretto al suo avambraccio. Sempre mantenendo la presa sul braccio armato del primo attaccante, poggiò il peso sulla gamba arretrata e lo colpì violentemente all’inguine con il collo dell’altro piede. Ora tre uomini giacevano esanimi nell’arena improvvisata: due erano esanimi mentre il terzo giaceva a terra ansimante.

“Qualcun altro ha il coraggio di affrontare un karateka di Shuri ?”, chiese Itosu , guardandosi lentamente intorno.

“Artista da salotto”, tuonò una voce forte e profonda, “mi considero sfidato”.

Un uomo enorme, ancor più muscoloso di lui, emerse dalla folla con fare arrogante. Un breve lampo di sorpresa attraversò Itosu nel riconoscere Tomoyose, ed egli pensò che avrebbe dovuto liquidarlo al più presto prima di trovarsi in svantaggio di fronte alla sua forza superiore.

I due combattenti avanzarono, posarono le braccia sulla roccia Ude-kake-shi e cominciarono a girarsi cautamente intorno. Intanto il pubblico scommetteva e l’uomo di Shuri-te veniva dato dieci a uno. A un tratto, Tomoyose si lanciò in avanti con un colpo abbastanza potente da abbattere un bue. Itosu parò, menò un fendente al braccio dell’avversario con uno shuto e balzò di lato. Gli spettatori udirono uno schiocco e videro il loro eroe con i lineamenti contratti per il dolore, mentre il braccio gli pendeva inerte lungo il fianco. Il grande Tomoyose era stato sconfitto da un uomo di Shuri.

 

Nel corso di questo combattimento divenuto celebre con l’imbattuto e stimato Tmoyose, rappresentante della scuola Naha-te, Itosu gli ruppe il braccio già dal primo attacco grazie ad una parata in Shuto-uke. Itosu, fino ad una età avanzata, continuò a vincere combattimenti contro avversari ben più giovani di lui.

Per quanto sia difficile individuare dove termini la storia vera ed inizi la leggenda e il mito, queste storie illustrano quanto gli insegnamenti di Itosu siano importanti nella storia del karate. Fu lui a diffondere e a realizzare il concetto di mettere fuori gioco un avversario con un solo singolo colpo, spesso dato nella fase iniziale del combattimento.

I precedenti praticanti di karate, similmente a chi praticava il Kung Fu, tentavano di sconfiggere i loro avversari con colpi meno potenti e più rapidi, usando prese o colpi più leggeri in zone del corpo vulnerabili, come gli occhi o inguine. Per questa ragione il karate del maestro Itosu è considerato il primo che veramente somigli a quello che viene praticato nello Shotokan odierno, tanto da considerare Itosu come il Padrino del Moderno Karate.

Itosu, da adulto divenne un uomo istruito lavorando per 30 anni come segretario personale al servizio del Re Sho Tai l’ultimo re del Regno Ryūkyū. Per lui così come per tutta la popolazione dell’isola, tutto cambiò nel 1879, anno in cui la dinastia reale di Okinawa arrivò alla sua fine ed il re venne esiliato. Gran parte dei maestri di karate lavoravano a quel tempo al servizio del re, e come conseguenza di tale sconfitta politica, molti di loro, incluso Itosu, si trovarono a vivere in condizioni di estrema povertà, nonostante la loro appartenenza ad una classe sociale elevate.

Attorno al 1900, Itosu riuscì ad introdurre la pratica dell’Okinawa-te nei programmi di educazione fisica delle scuole e delle università di Okinawa. Questa fase fu fondamentale per lo sviluppo successivo del karate. Per la prima volta, un’arte marziale fino ad allora insegnata soltanto in segreto, viene insegnata in maniera diffusa.

Nel 1901 il karate entra come disciplina nella scuola elementare di Shuri. In tal modo questa disciplina marziale poté essere assimilata da un numero di persone decisamente più ampio del passato, quando veniva tramandata solo in segreto ad una ristretta cerchia di adepti. La stessa modalità d’insegnamento mutò alla radice: fino ad allora un maestro insegnava a uno o due allievi alla volta; nelle scuola, invece, un unico insegnante dirigeva tutti gli allievi, gridando ogni comando. Egli, inoltre, modificò i kata esistenti, o li creò, proprio per renderli più adatti all’insegnamento scolastico. La capacità pedagogica di Itosu si riflette anche nella grande preparazione dei suoi allievi, molti dei quali diventarono fondatori di stili importanti (due su tutti Gichin Funakoshi e Kenwa Mabuni).

Nel 1901 si ritiene sia stato determinante nell’introdurre il karate nelle scuole di Okinawa è considerato il primo grande “modernizzatore” avendo operato modifiche al karate precedente per poter diffondere la disciplina su larga scala, eliminando le tecniche più pericolose contenute nei kata.

Nel 1905, Itosu era un insegnante part-time di To-te alla Prefectural High School di Okinawa. Fu qui che sviluppò il metodo sistematico di insegnare le tecniche di karate che sono ancora praticate oggi.

L’approccio al Karate introdotto da Itosu è di tipo didattico e sente che le forme più antiche (kata in giapponese) erano troppo difficili da imparare per gli studenti delle scuole, pertanto, introduce le forme Pinan (Heian in giapponese) come passi di apprendimento per gli studenti delle scuole. In particolare :

  • Introdusse, le cinque forme Pinan che furono (presumibilmente) create a partire da due forme più antiche: kusanku e chiang nan; una delle leggende che circondano la storia delle rivendicazioni del kata Pinan narrerebbe che Ankō Itosu avrebbe imparato il kata da un uomo cinese che viveva ad Okinawa. Questo kata veniva chiamato: “Chiang Nan” dall’uomo cinese. Il modulo è conosciuto come “Channan” che è una approssimazione Okinawense/Giapponese della pronuncia cinese. La forma originale del kata Channan è andata perduta. Itosu divise il lungo kata Channan, in 5 parti facilitandone l’apprendimento; pertanto oggi i kata Pinan sono cinque.

 

  • Modificò (si narra con l’aiuto del maestro Kentsū Yabu), verosimilmente per ragioni pedagogiche e di sicurezza, i passaggi con le mani aperte dei kata, in mani chiuse, dando vita così ai Kata così come li conosciamo oggi;

 

  • trasformò la grande forma Naihanchi (tekki in Giappone si traduce come: ‘Conflitto interno diviso’) suddividendolo nelle tre forme moderne ben conosciute che derivano da questo: Shodan, Nidan e Sandan. Alcuni ricercatori credono che Nidan e Sandan siano stati creati da Anko Itosu, ma altri ritengono che originariamente esso era un kata suddiviso in tre parti separate, (probabilmente a causa di vincoli di spazio). Il fatto è che solamente Naihanchi/Tekki Shodan ha un’apertura formale, facendo pertanto ritenere che sia stato diviso.

Nel 1908, Itosu scrisse l’influente “Ten Precepts del Karate (To-de Jukun) “, raggiungendo oltre Okinawa in Giappone.

Lo stile di karate di Itosu, chiamato dapprima Shuri-te, successivamene Shorin-ryu (tradotto come la “scuola del pino flessuoso” o “scuola della giovane foresta”), divenne noto come Itosu-ryu in riconoscimento della sua abilità, padronanza e ruolo di insegnante per molti. Va precisato che sono molti i dojo dove viene usato il termine “Shōrin-ryū” ed alcune delle maggiori scuole  furono avviate dagli studenti di Matsumura, mantenendo la successione nella tradizione di Okinawa. Ciascuno dei “Deshi” (studenti), di Matsumura cambiò il nome al suo sistema dopo averlo adottato, cosicché nacquero diverse branche di questo stile.

Anko Itosu morì il giorno 11 Marzo del 1915, lasciando una ricca eredità e un approccio strutturato all’Okinawa-te. Possiamo pensare che Itosu pur non essendo l’inventore del karate, ha modificato i kata (forme) che ha imparato dal suo maestro, Matsumura, addestrando e formando inoltre i più grandi maestri dopo di lui a Okinawa.

Per completare il quadro storico e sottolineare ancora una volta l’importanza della condivisione nelle arti marziali, vanno sicuramente ricordati tra gli studenti già allievi di Matsumura e tra gli allievi di Itosu

    • Anbun Tokuda (1886-1945) lavorò come maestro nella scuola media di Shuri dove insegno anche karate. Morì a Okinawa durante la guerra,
    • Chōshin Chibana (1885-1969) fondatore del ramo Kobayashi dello Shorin-ryu karate-do,
    • Chôtoku Kiyan (1870-1945) non arruolatosi nelle forze armate dedicò tutta la sua vita alla promozione del karate nel suo piccolo villaggio Gibo di Shuri,
    • Choyu Motobu (1857-1927) – fondatore della scuola Motobu-ryu,
    • Choki Motobu (1870-1944) – fratello minore di Motobu Chōyū sebbene annoverato tra i grandi combattenti del tempo viene dai suoi delatori definito come personaggio rissoso,
    • Chômo Hanashiro (1869-1945) – fu tra i primi a fare uso di un ideogramma che sostituiva l’ideogramma “Cina”, nella sua pubblicazione del 1905 “Karate Kumite”, in sintesi 空手 (“mano vuota”) piuttosto che come 唐 手 (“mano cinese”),
    • Chojo Oshiro(1888-1939) – nonostante il suo significativo contributo al karate è probabilmente più conosciuto per il suo talento nel Bojutsu si dice che la sua destrezza con il bastone da sei piedi (182 cm) fosse ineguagliabile,
    • Kanken Toyama (1888-1966) – fondatore dello stile Shudokan,
    • Gichin Funakoshi (1868-1957) – fondatore dello stile Shotokan da molti considerato il padre del moderno karate-do,
    • Kentsu Yabu (1866-1937) – arruolatosi raggiunse il grado di tenente, fu uno dei primi maestri a praticare il karate nelle Hawaii,
    • Moden Yabiku (1880-1941) – fondatore nel 1911 dell’associazione per la ricerca sul Kobujutsu nelle Ryu-Kyu (successivamente nota come RyuKyu Kobudo Hozon Shinkokai),
    • Shinpan Shiroma (Gusukuma) (1890-1954) – possedeva una forza esplosiva e delle doti acrobatiche uniche è il fondatore dell’unica branca conosciuta dello Shitō-ryū chiamata Shinpan Shiroma Shito-ryu Preservation Society.
    • Kenwa Mabuni (1889-1952) fondatore dello stile Shito-Ryu,Anko Itosu è oggi considerato da molti il ​​padre del karate moderno, sebbene questo titolo sia spesso attribuito al suo allievo Gichin Funakoshi perché quest’ultimo diffonde il karate in tutto il Giappone. Tuttavia è doveroso precisare che il contributo fondamentale da parte del Sensei Itosu fu proprio quello di portare allo scoperto il karate e far sì che venisse insegnato nelle scuole di Okinawa. Questo diede avvio ad una serie di eventi che portarono alla diffusione del karate in tutto il mondo, diventando così l’arte marziale più praticata.

Il resto è  ulteriore storia da raccontare o scrivere 🙂