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Koryu e Densho

Koryu e Densho

Con il termine Koryu (scuole antiche) si identificano le scuole di arti marziali giapponesi esistenti prima dell’editto imperiale Haitōrei, che fu emesso dal governo Meiji il 28 marzo 1876. In esso, si introduceva il divieto di portare in pubblico le spade, fatta eccezione per gli ex signori (daimyōs), per i militari e per le forze dell’ordine. Pena la confisca delle spade.

In realtà l’Haitōrei era l’ultimo di una serie di misure adottate dal governo per abolire i privilegi tradizionali della classe dei samurai.

  • Il primo Haitōrei del 1870 proibì agli agricoltori o ai mercanti di indossare spade e vestirsi come samurai. Questa misura era in parte uno sforzo per ripristinare la sicurezza pubblica e l’ordine durante il periodo tumultuoso immediatamente dopo la Restaurazione Meiji e durante la Guerra Boshin.
  • Nel 1871, il governo emanò l’editto di Danpatsurei (dei capelli tagliati), consentendo ai samurai di tagliare i loro nodi superiori e indossare i capelli in modo occidentale. Tuttavia, questo non era richiesto, semplicemente permesso e incoraggiato.
  • La coscrizione militare universale fu istituita nel 1873 e, con la creazione dell’esercito imperiale giapponese, i samurai persero il loro monopolio nel servizio militare. Gli stipendi ereditari forniti ai samurai dai loro signori feudali formali (e assunto dal governo centrale nel 1871) furono parimenti aboliti nel 1873.
  • Infine, Il divieto di indossare le spade, controverso con l’oligarchia Meiji, ma prevalse l’argomento secondo cui era portare la spada era un anacronismo.

Questi cambiamenti nella società giapponese e nello status sociale ed economico dei samurai furono una delle principali cause di malcontento nel primo periodo del Giappone Meiji e portarono a numerose insurrezioni guidate da samurai, in particolare nel Giappone occidentale.

Anche a causa degli Haitōrei, le spade persero il loro ruolo utilitaristico e molti spadaccini furono costretti a dedicarsi alla produzione di attrezzi agricoli e posate da cucina per sopravvivere.

Tutto questo discorso a cosa serve ? Serve a demarcare un confine storico  in cui se una scuola era già esistente prima del 1876 o alcuni considerano addirittura prima dell’era Meij, può essere definita una Koryu. Quando si fa riferimento a una scuola di arti marziali, Ryuha, 流派, sarebbe il termine corretto e il suffisso -ryu viene aggiunto al nome della scuola. Abbiamo ad esempio la Asayama ichiden-ryū oppure la Hōki-ryū. Ogni scuola/stile per essere definita tale ha un corpo di conoscenze e una tradizione trasmessa da almeno due generazioni e viene ereditata per tradizione orale ma anche attraverso il Densho dello stile praticato nella scuola.

Densho è un termine giapponese che significa “passare alla generazione successiva” o lasciare un’eredità.

Nelle Koryu per Densho si intende di solito un libro scritto o disegnato o una pergamena che include l’insegnamento e la conoscenza di una certa scuola a capo del quale vi è sempre una persona, un Soke, termine che rappresenta qualcosa di simile  a “testa di famiglia” o “capo maestro”. In Giappone il Densho è quindi usato tradizionalmente per passare la conoscenza di un ryu dal soke al soke.

Si potrebbe pensare, prendo un Densho, lo studio è conosco quella scuola ?

Per quanto abbiamo potuto vedere, non è così.  Il Densho originale è spesso semplice, talvolta una pergamena con pochi contenuti che possono sembrare semplici ma non è così. Per carpirne il significato nascosto hai bisogno di una delle chiavi di lettura (troppo tardi per averla da chi l’ha scritta) di chi l’ha ricevuta in dono prima di te, in sintesi di chi ha dato una propria chiave di lettura (significativa) a quel supporto.

Quello che possiamo fare è affidarci ai nostri maestri per accedere alle chiavi dello stile che si studia, leggere e studiare. Ricordandoci che qualsiasi insegnamento appreso dalle arti marziali deve essere successivamente interpretato in autonomia e tramutato intelligentemente in esercizio fisico e morale.

In ultimo dobbiamo ammonirci e disciplinarci nel proseguire con la pratica e gli allenamenti quotidiani e utopicamente pensare che forse, la chiave di lettura che ci forniscono i nostri maestri o i documenti tramandati sono solo un grimaldello per un contenitore più grande che è proprio dentro di noi.

Buone vacanze