Arti Marziali Giapponesi

KIMERU alias KIME

La definizione di Kime,

accettata da wikipedia è:

“Nella pratica delle arti marziali Giapponesi, può essere definito come la contrazione massima di tutto il corpo, ovvero una contrazione isometrica di ogni singolo distretto muscolare.
Quando si esegue una tecnica e si adopera la kime, tutto il corpo si contrae al massimo in modo da riuscire a sfoderare molta potenza, sia per tecniche d’attacco, sia per parate, sia per assorbire colpi che
non si sono riusciti a parare.

La kime è sempre accompagnata dalla respirazione ibuki e spesso sfocia in un Kiai.”

Personalmente non mi sento di criticare la definizione perchè ritengo che l’interpretazione occidentale dei temini delle arti marziali giapponesi possa essere sempre molto ampia e piena di sfaccettature,
quindi ognuno la scriva e spieghi come vuole, purchè sia utile a farne capire correttamente significato ed applicazione.

Tuttavia ritengo che una definizione più calzante della locuzione kime possa essere individuata come, la massima concentrazione e impegno nello sferrare un colpo decisivo, un colpo da ippon (da KO). durante
la tecnica la nostra struttura muscolare interessata dovrebbe contrarre contemporaneamente il più alto numero di fibre muscolari a contrazione rapida (bianche, di tipo II o FT),
generando l’energia necessaria per sferrare un colpo esplosivo e determinante.

In sintesi, l’uso del kime, dovrebbe individuare il coinvolgimento solo delle parti muscolari interessate, quindi, la mia unica critica è verso la “contrazione massima di tutto il corpo”.

Nelle arti marziali, sopratutto nella loro applicazione pratica (ad esempio kumite o randori), definire e soprattutto spiegare come applicare il concetto di “tutto il corpo contratto” possa dare un risultato
inversamente proprozionale al concetto stesso di kime.

Sicuro è che, più crediamo in quello che facciamo, maggiore è l’impegno mentale (la tecnica precisa) e fisico (kime) che ci mettiamo. Questo può farci migliorare (vincere i nostri limiti) ed aiutarci a superare le barriere personali nel momento della “decisione” mentale di provare a farlo.


Kime è contrazione per effettuare la tecnica (colpire, parare) e  contrazione per bloccare la tecnica (controllare il colpo, la parata).
Si lega spesso il concetto di kime al kiai come se fossero un unico concetto e l’uso contemporaneo sia obbligatorio. Personalmente credo siano due concetti in simbiosi ma modulabili e utilizzabili anche singolarmente ma con “impeto” diverso a seconda del contesto, ad esempio un amichevole kumite o sparring al dojo, difficile (o ridicolo) mettere massimo kime e massima espressione del kiai.

Tanto premesso sono sicurissimo di avere ancora tutto da imparare per poi rimetterlo in discussione ancora una volta ma spero di aver fornito almeno uno spunto per approfondire il vostro concetto di kime.

Buon allenamento.